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13 Egli stenderà la mano contro il settentrione
e distruggerà l'Assiria,
e ridurrà *Ninive in una desolazione,
in un luogo arido come il deserto.

14 Nel suo interno giaceranno greggi
e animali d'ogni specie;
anche il pellicano e il riccio
abiteranno fra i suoi capitelli;
si udranno canti di uccelli dalle finestre;
la devastazione sarà sulle soglie,
perché sarà spogliata dei suoi rivestimenti di cedro.

15 Tale sarà la città festante,
che se ne sta sicura
e dice in cuor suo:
«Io, e nessun altro all'infuori di me!»
Come mai è diventata un deserto,
un covo per le bestie?
Chiunque le passerà vicino
fischierà e agiterà la mano.

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Ecco, l'Assiro era un cedro del Libano,
dai bei rami,
dall'ombra folta, dal tronco slanciato,
dalla vetta sporgente tra il folto dei rami.

Le acque lo nutrivano,
l'abisso lo faceva crescere
facendo scorrere i suoi fiumi intorno al luogo dov'era piantato,
mentre mandava i suoi canali a tutti gli alberi dei campi.

Perciò la sua altezza era superiore a quella di tutti gli alberi della campagna,
i suoi rami si erano moltiplicati, i suoi ramoscelli si erano allungati
per l'abbondanza delle acque che lo facevano sviluppare.

Tutti gli uccelli del cielo si annidavano fra i suoi rami,
tutte le bestie dei campi figliavano sotto i suoi ramoscelli,
tutte le grandi nazioni abitavano alla sua ombra.

Era bello per la sua grandezza, per la lunghezza dei suoi rami,
perché la sua radice era presso acque abbondanti.

I cedri non lo sorpassavano nel giardino di Dio;
i cipressi non uguagliavano i suoi ramoscelli,
e i platani non erano neppure come i suoi rami;
nessun albero nel giardino di Dio lo pareggiava in bellezza.

Io l'avevo reso bello per l'abbondanza dei suoi rami,
e tutti gli alberi di *Eden, che sono nel giardino di Dio, gli portavano invidia.

10 Perciò cosí parla Dio, il Signore:
Perché era salito a tanta altezza
e sporgeva la sua vetta tra il folto dei rami
e perché il suo cuore s'era insuperbito della sua altezza,

11 io lo diedi in mano del piú forte fra le nazioni
affinché lo trattasse a suo piacimento;
per la sua empietà io lo cacciai via.

12 Degli stranieri, i piú violenti fra le nazioni, l'hanno tagliato
e l'hanno abbandonato;
sui monti e in tutte le valli sono caduti i suoi rami,
i suoi ramoscelli sono stati spezzati in tutti i burroni del paese,
tutti i popoli della terra si sono ritirati dalla sua ombra
e l'hanno abbandonato.

13 Sul suo tronco caduto si posano tutti gli uccelli del cielo
e sopra i suoi rami stanno tutte le bestie dei campi.

14 Cosí è avvenuto affinché tutti gli alberi piantati presso le acque
non siano orgogliosi della propria altezza,
non sporgano piú la vetta tra il folto dei rami,
e tutti gli alberi potenti che si dissetano alle acque non persistano nella loro fierezza;
poiché tutti quanti sono dati alla morte, alle profondità della terra,
assieme ai figli degli uomini,
a quelli che scendono nella fossa.

15 Cosí parla Dio, il Signore:
Il giorno che egli discese nel *soggiorno dei morti
io bandii un lutto; a motivo di lui velai l'abisso,
ne arrestai i fiumi
e le grandi acque furono fermate;
a motivo di lui feci vestire a lutto il Libano,
e tutti gli alberi dei campi vennero meno a motivo di lui.

16 Al rumore della sua caduta feci tremare le nazioni,
quando lo feci scendere nel soggiorno dei morti
con quelli che scendono nella fossa;
nelle profondità della terra si consolarono tutti gli alberi di Eden,
i piú scelti e i piú belli del Libano,
tutti quelli che si dissetavano alle acque.

17 Anch'essi discesero con lui nel soggiorno dei morti,
verso quelli che la spada ha uccisi:
verso quelli che erano il suo braccio e stavano alla sua ombra in mezzo alle nazioni.

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31 Cosí periscano tutti i tuoi nemici, o Signore!
Coloro che ti amano siano come il sole
quando si alza in tutta la sua forza!
Cosí il paese ebbe pace per quarant'anni.

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